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Perché il FMI treme soprattutto Russia e America Latina
Più rischi e meno crescita. È, in estrema sintesi, il messaggio dell’ultimo aggiornamento delle previsioni del Fondo monetario internazionale che martedì scorso ha limato dello 0,2% le stime sulla crescita globale fissata ora al 3,4% per il 2016 e al 3,6% per il 2017. Più che la Cina, che ha visto confermate le sue prospettive di crescita sui valori indicati dal Fondo lo scorso ottobre (+ 6,3% nel 2016 e + 6% nel 2017), i focolai di crisi sembrano annidarsi in America Latina e Russia.
Il Brasile è il paese che ha subito il taglio delle previsioni più drastico. Quelle per il 2016 sono state ridotte del 2,5% e ora il Pil è atteso in calo del 3,5%. Nel 2017 è invece prevista crescita zero, in questo caso con una sforbiciata del 2,3% rispetto all’outlook dello scorso ottobre. Il Fondo vede un rallentamento della crescita in Messico e Colombia mentre il Venezuela sembra avviato a grandi passi verso il tracollo economico. Nel complesso il Centro Sud America dovrebbe chiudere il 2016 a meno 0,3%, secondo anno consecutivo di arretramento come non accadeva dal 1983. Dall’altra parte del mondo Mosca è alle prese con il crollo dei prezzi di petrolio e gas, di cui è grande esportatrice, che sta trascinando al ribasso le quotazioni del rublo. Quest’anno il Pil russo dovrebbe arretrare dell’1% dopo il pesante – 3,7% del 2015. Per il 2017, petrolio permettendo, gli economisti di Washington si attendono il ritorno ad una modesta crescita (+ 1%).
Rimane poco entusiasmante la situazione dell’aera euro che pure vede le sue stime lievemente migliorate. La crescita economica viene fissata all’1,7% sia quest’anno che il prossimo. Tra i big la Spagna è quella che dovrebbe far meglio (+ 2,7% nel 2016 e + 2,3% nel 2017). Poi la Germania (+ 1,7% sia nel 2016 che nel 2017) e la Francia (+ 1,3 e + 1,5%). Chiude il quartetto l’Italia che vede le sue stime invariate a + 1,3% quest’anno e a + 1,2% il prossimo. Gli Stati Uniti viaggeranno ad un ritmo quasi doppio (+ 2,6% in entrambi gli anni) ma un po’ più lentamente rispetto a quanto stimato lo scorso ottobre.
Da segnalare in positivo la performance dell’India che si distingue come l’economia più dinamica al mondo grazie al + 7,5% atteso quest’anno e nel 2017. Per il Giappone è sostanzialmente confermato un deciso rallentamento nel biennio: dal + 1% del 2016 si scende ad un + 0,3% nel 2017. Sensibile revisione delle stime per l’Arabia Saudita che non andrà oltre un + 1,2% quest’anno e un + 1,9% il prossimo. Come si vede a dispensare gioie e dolori tra i paese del mondo sono soprattutto i prezzi del greggio. La caduta così repentina degli ultimi mesi ha colpito duramente molti paesi esportatori e complessivamente sta avendo un effetto negativo sulle prospettive di crescita. Secondo l’Fmi i prezzi dovrebbero calare ancora nel 2016 con un meno 17,6 rispetto alle media del 2015 per poi recuperare in parte nel 2017 (+ 14%).
di Mauro Del Corno
Fonte: Il Sole 24 Ore - http://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2016-02-25/perche-fmi-teme-soprattutto-russia-e-america-latina-170822.shtml?uuid=ACAdT5bC
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