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I conti di Tim Brasil confermano il rallentamento in Brasile
TIM Participações, controllata brasiliana di Telecom Italia, ha chiuso il quarto trimestre con un fatturato in calo del 20,2% su base annua a 4,122 miliardi di real brasiliani e con ricavi da servizi in flessione del 7,6% su base annua rispetto al -6,5% del terzo trimestre 2015. I ricavi dei dispositivi cellulari sono scesi addirittura del 75% su base annua, risentendo dello scenario macro difficile in Brasile.
L’ebitda è calato del 4,5% a 1,487 miliardi di real brasiliani con un margine del 36,1% rispetto al 30,1% del quarto trimestre 2014 grazie alle azioni di riduzione dei costi che l’azienda ha messo in atto. A livello reported, la performance dell’ebitda (1,514 miliardi, -2,8% su base annua) ha beneficiato della terza tranche della vendita della torri.
L’utile netto si è contratto dello 0,8% a 456 milioni di real e del 3,3% a livello reported (475 milioni). Infine, l’indebitamento finanziario netto è aumentato a 1,733 miliardi di real rispetto agli 1,274 miliardi di fine 2014, dopo investimenti ricorrenti per 4,658 miliardi nel 2015 (+18,6% su base annua), in gran parte dedicati alle infrastrutture 3G e al 4G.
I risultati di Tim Participações sono allineati alle attese degli analisti e riflettono il difficile quadro economico brasiliano, ma mostrano allo stesso tempo che la società è in grado di proteggere i margini con azioni di taglio dei costi, salvaguardando comunque gli investimenti. Nel corso dell’anno la copertura 4G del Brasile è aumentata, riguarda oggi il 59% della popolazione urbana.
“I risultati di Tim Brasil del quarto trimestre confermano il rallentamento che ci aspettavamo e riflettono il difficile contesto macro e l’ambiente competitivo in Brasile”, commentano gli analisti di Banca Imi (non coprono il titolo TI con un ratring). Gli analisti di Banca Akros parlano di un set misto di risultati, di impatto neutrale sui conti di Telecom Italia (10 milioni di euro il gap negativo sull’ebitda) e quindi confermano il rating accumulate e il prezzo obiettivo a 1,30 euro sul titolo TI.
“L’andamento del trend operativo è in linea con le nostre aspettative che incorporavano un meno marcato rallentamento dei ricavi, ma con una meno robusta espansione dei margini, visto che l’ebitda margin era atteso al 34%, che ha beneficiato della focalizzazione sulla strategia commerciale sul mobile internet e sui clienti postpagati, +8,6%”, spiegano gli analisti di ICBPI (rating neutral e target price a 1,24 euroi su TI). “Certo che le prospettive per l’anno in corso rimangono deboli a causa del contesto macroeconomico e monetario difficile”.
Per gli analisti di Mediobanca Securities è necessario un consolidamento in Brasile e la recessione potrebbe favorire un’accelerazione di questo processo. Quasi tutti i player probabilmente sarebbero coinvolti, naturalmente un accordo avrebbe bisogno di essere sostenuto dal governo locale e di avere il permesso dei regolatori. “Viste le attuali condizioni a livello di valutazioni e di cambi valutari, un’integrazione alle giuste condizioni probabilmente avrebbe più senso di una cessione di Tim Brasil”, precisano gli analisti della banca d’affari.
“Siamo tentati dal dire che probabilmente alcuni tentativi per esplorare un deal sono in corso, ma probabilmente si tratta di un processo difficile che richiede tempi per essere attuato correttamente”, concludono gli analisti di Mediobanca che sul titolo Telecom Italia mantengono il rating outperform e il prezzo obiettivo a 1,51 euro.
A Piazza Affari al momento il titolo Telecom Italia sale solo dello 0,05% a quota 0,93 euro. Il prossimo 15 febbraio si riunirà il C.d.A. del colosso TLC italiano per analizzare i conti preliminari 2015. Il giorno successivo verranno presentati al mercato, insieme a un aggiornamento del piano industriale triennale.
di Francesca Gerosa - Milano Finanza.it - 5 febbraio 2016
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