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Russia e Brasile affondano l’export: a ottobre calo del 4,5%
Terzo calo consecutivo per l’export extra-Ue, a conferma del rallentamento globale in atto in gran parte dei mercati emergenti e in Cina. La frenata su base annua è del 4,5%, bilancio che migliora un poco (-3,4%) escludendo dal calcolo l’energia, in termini mensili destagionalizzati la discesa è dell’1,7%.
Le aree di crisi e di instabilità sono ben visibili nei dati Istat, con la Russia a cedere oltre 20 punti, la Turchia quasi nove, L’Africa settentrionale 11, i paesi del Mercosur addirittura 34, appesantiti dalla recessione in atto in Brasile.
La notizia positiva viene dalla Cina, che a dispetto di un brusco calo delle importazioni globali di Pechino nel mese di ottobre, mostra una tenuta maggiore per il made in Italy, in crescita dell’1,8%.
Il calo globale delle vendite extra-Ue, peggior risultato da novembre 2013, è anche favorito dal rallentamento degli Usa, in crescita di poco più di tre punti, a fronte di un balzo del 22% nei primi dieci mesi dell’anno. Frenata mensile in parte legata ad un ottobre 2014 particolarmente tonico, in parte probabilmente ad una minore spinta in arrivo dal dollaro, che già ad ottobre 2014 aveva iniziato il proprio percorso di risalita, con un euro quotato attorno a quota 1,26.
Dal lato degli acquisti le notizie restano invece confortanti, confermando il trend di ripresa della domanda interna. Al netto dell’energia le importazioni crescono infatti del 5,2%, con aumenti diffusi per tutte le tipologie di beni.
L’avanzo commerciale, in frenata limitata nel mese di ottobre (da 3,98 a 3,53 miliardi), dall’inizio dell’anno resta ampiamente positivo e in miglioramento, arrivando a 24,4 miliardi di euro. Determinante, tuttavia, il diverso costo dell’energia, perché per la sola parte manifatturiera il saldo è invece in lieve riduzione, dai 53,8 miliardi del 2014 ai 50,9 dei primi dieci mesi dell’anno in corso.
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